Mi chiamo Armando Bisogno e insegno Storia della filosofia medievale all’Università di Salerno. La mia ricerca scientifica si è sempre mossa sui temi della storia della filosofia e della teologia dell’età patristica e dell’alto Medioevo latino, vale a dire il periodo compreso tra II e XII sec. Ho cominciato lavorando sul pensiero del filosofo irlandese Giovanni Scoto (noto anche come Eriugena), vissuto alla corte di Carlo il Calvo, nipote di Carlo Magno, per poi passare allo studio di tutta la riflessione filosofico-teologica d’età carolingia, che è stata oggetto del lavoro con il quale ho conseguito il titolo di Dottore di ricerca in ‘Filosofia, scienze e cultura dell’età tardo-antica, medievale e umanistica’ presso l’Università di Salerno sotto la guida del prof. Giulio d’Onofrio, con il quale collaboro ormai da più di vent’anni. La collaborazione con il prof. d’Onofrio mi ha permesso di approfondire i temi del pensiero altomedievale, con particolare attenzione ai problemi del linguaggio e della relazione tra ‘ordini’, vale a dire della pensabilità e dicibilità della realtà. Ho così affrontato lo studio dei grandi pensatori altomedievali, dedicando i miei lavori ad Abelardo, Anselmo, Gregorio Magno, Boezio e, in particolar modo, Agostino, che è diventato, negli ultimi dieci anni, oggetto elettivo dei miei studi.
L’elenco completo delle mie pubblicazioni è raggiungibile qui alla mia pagina IRIS.
Negli anni, ho affiancato, al lavoro di ricerca, diversi incarichi, scientifici e istituzionali. In particolare, nell’ambito del progetto editoriale Paradigma medievale, diretto presso la casa editrice Città Nuova dal prof. d’Onofrio, dirigo la collana di traduzioni Traditiones; dal 2016 al 2022 sono stato presidente del Consiglio Didattico di Filosofia dell’Università di Salerno.
Una parte consistente del mio impegno di ricerca è stato rivolto, negli ultimi anni, ai temi delle Digital Humanities, ambito nel quale ho condotto diverse sperimentazioni in differenti ambiti. Dopo una prima fase di lavoro condotta in collaborazione con alcune scuole del territorio, e volta a sperimentare la scrittura collaborativa e condivisa su piattaforme wiki, la mia attenzione si è rivolta all’aspetto più teorico del tema delle Digital Humanities al fine di evidenziare che la transizione dei saperi umanistici verso le nuove tecnologie non può limitarsi al pur utilissimo trasferimento, su supporti digitali, del patrimonio testuale ma deve cogliere le opportunità di apertura insite nella nuova stagione. A tal fine, da anni sperimento strategie per la produzione di contenuti legati agli ambiti della scienza aperta e pubblica.
Alcuni esempi di queste sperimentazioni sono descritti nella sezione Prodotti e strumenti di questo blog.