In un saggio del 1947, Kurt Lewin si riproponeva di analizzare i meccanismi che determinavano le abitudini alimentari della popolazione americana (Lewin 1947, pp. 143-153). Lewin notò che tutti i passaggi che conducevano dalla produzione delle materie prime fino alla loro preparazione nelle cucine delle famiglie erano presieduti da gatekeeper, vale a dire da soggetti che operavano delle scelte tra tutte le opzioni possibili: i contadini sceglievano quali semi piantare a discapito di altri; i commercianti selezionavano determinati prodotti da vendere, non esponendone altri; chi, in famiglia, procedeva con gli acquisti selezionava alcune materie prime e, infine, chi le cucinava determinava quali utilizzare e quali scartare.
Dal vertice alla base.
Open mind.
Le opportunità di una scienza aperta
La relazione tra i membri di una comunità scientifica, soprattutto nella forma della moderna editoria specialistica, è un esempio particolarmente interessante di applicazione del modello verticistico di gatekeeping (ne abbiamo parlato qui), vale a dire delle azioni di controllo che i vertici di una struttura gerarchica mettono in campo per controllare quante e quali informazioni vengano trasmesse alla utenza. L’analisi di tale relazione tra professionisti della ricerca rientra in un particolare segmento di studi, chiamato ‘sociologia della scienza’. Già Nel 1973, R. K. Merton identificava quattro elementi imprescindibili e istituzionali di una corretta prassi scientifica che la descrivono come universale, comunitaria, disinteressata e autocritica. La ricerca deve essere universalmente aperta a chiunque, a prescindere da ‘collocazioni’ politiche, etniche o religiose e deve svolgersi in una costante condivisione dei procedimenti e dei dataset tra i membri della comunità, tutti pronti a mettere continuamente e reciprocamente in discussione e criticare i risultati parziali raggiunti. Solo così essa si pone su un piano valoriale che le permette di fissare come suo fine non il profitto e l’interesse di un particolare segmento politico o economico ma l’avanzamento delle conoscenze dell’umanità in un determinato segmento del sapere (d’Andrea et alii 2005, p. 28).
Le parole della scienza aperta e pubblica
Un glossario di definizioni essenziali per muoversi con facilità tra i termini e le espressioni che descrivono il mondo della scienza aperta e pubblica applicata all’ambito della Humanities.
Nostalgia canaglia
Per vari motivi io e mia figlia abbiamo trascorso in auto molto tempo sin da quando lei era piccola. Nei tragitti lunghi anche più di un’ora ho biecamente sfruttato tutti gli strumenti messi a disposizione dalla moderna tecnologia dello streaming video per intrattenerla. In particolare, per motivi che mi sono tuttora sconosciuti, mia figlia si era appassionata a una serie tv anni ’80, Hazzard, che raccontava le vicende un po’ improbabili di due fratelli e una sorella che scorazzavano per una contea della Georgia sulla loro auto, il Generale Lee, irridendo le forze dell’ordine locali che, dal canto loro, cercavano in tutti i modi di accusarli di qualsiasi crimine commesso nella regione, mentre intanto si arricchivano con loschi traffici. Per almeno un paio d’anni, gli episodi delle sette stagioni di Hazzard hanno stabilmente occupato il mio tablet e il tempo trascorso in auto e ancora oggi, se ci penso, quella abitudine mi restituisce una strana sensazione di comfort e tranquillità.
Il mosaico
Amici e amati miei tutti.
Se siete qui, tutti qui, seduti ad ascoltare, significa che quella che non c’è sono io. Situazione ideale, direi, perché posso rubarvi qualche minuto senza che possiate protestare. Del resto, sapete che il centro dell’attenzione è un posto che mi piace molto e nel quale mi muovo con una certa dimestichezza.
Corso di Storia della teologia 2021
Il violento miscuglio di religione e politica che ha occupato le cronache e l’immaginario globale negli ultimi vent’anni è stato spesso etichettato semplicisticamente come sottoprodotto deviato di primitive periferie geoculturali, manifestazione estrema di un nuovo Medioevo dello spirito, lontano dal sentire ormai orgogliosamente e consapevolmente laico dell’Occidente.
Social training
Grazie alla straordinaria invenzione di cui menano vanto le compagnie di trasporto ferroviario, vale a dire una particolare forma di aerazione che eliminerebbe i pericoli del contagio da COVID, i treni sono a oggi uno dei pochi luoghi nei quali ci si trova a vivere una socialità old style e precovidica. Certo, non mancano le mascherine obbligatorie e il controllo del green pass, ma per il resto ci si accomoda, come in passato, accanto a dei perfetti estranei e per ore si condividono pochi metri quadrati con una comunità estremamente eterogenea. Si ritorna a sfiorarsi casualmente mentre si sta seduti, a passarsi gli uni davanti agli altri, in un allegro assembramento alla vecchia maniera.
Ciao Valeria. E grazie.
Nel mio immaginario di diciottenne di provincia appena diplomato, studiare a Napoli aveva il sapore di un altrove geograficamente prossimo ma spiritualmente distante anni luce. Napoli era un caleidoscopio di colori, sapori e profumi per certi versi ipnotico, nel quale ci si immergeva al mattino scesi dall’autobus e dal quale si fuoriusciva all’imbrunire viaggiando in direzione contraria, zuppi di cose viste e sentite. Una città dolcissima e cattiva, capace di farti sentire straniero e compaesano quasi nello stesso momento, piena di libri e librerie, manifesti politici, lotte e leccornie, squarci di bellezze sul mare e chiese nascoste nei vicoli.
We made a mistake
C’è qualcosa di perverso e ipnotico nel breve arco di vita che ha visto il rapidissimo nascere e morire della cosiddetta Super League.Leggi
L’età del Loro.
Breve guida al complottismo
Non sono particolarmente interessato ai negazionisti stile “no-vax terrapiattisti” né mi scandalizza che, dinanzi a una comunità scientifica che al 99% li sbugiarda, difendano ancora le loro posizioni. Se penso che quando Rosa Louise Park ha dovuto combattere per non cedere a un bianco il suo posto sull’autobus era il 1965, cioè l’altro ieri, mi rendo conto che se cinquant’anni fa in America le leggi autorizzavano a pensare che esseri umani di un colore diverso erano geneticamente inferiori, non si vede perché qualcuno non possa oggi credere che i vaccini provochino l’autismo.